Malingering: diagnosi differenziale e valutazione testistica nel contesto forense penale
Il “malingering” è la simulazione o l’esagerazione intenzionale di una patologia fisica o mentale, messa in atto allo scopo di ottenere benefici tangibili quali il ricevimento di un risarcimento economico o la mitigazione di una sentenza criminale. In questo articolo si prende in esame il fenomeno con un’enfasi particolare sulla diagnosi differenziale e sulle sue implicazioni all’interno del contesto forense penale. Si evidenziano inoltre le ripercussioni che il malingering può avere sulla valutazione della capacità d’intendere e di volere. Non è raro, infatti, che nei contesti peritali alcuni rei cerchino di avvalersi di determinati articoli del Codice penale e tentino di simulare una perdita dell’esame di realtà.
Conoscere una cospicua batteria di test sull’argomento è ormai fondamentale per il perito, al fine di rispondere al quesito giuridico. Si è dunque posto uno sguardo sul panorama testistico e sugli strumenti innovativi introdotti in letteratura negli ultimi anni. L’inclusione dell’Inventory of Problems-29 (IOP-29), un symptom-validity test (SVT), e dell’Inventory of Problems-Memory (IOP-M), un performance-validity test (PVT), nell’assesment psicologico risulta essere un potente ausilio nella discriminazione dei simulatori dai soggetti effettivamente affetti da una psicopatologia, come evidenziato nei vari studi presentati in questo articolo.