Autostima

Psicologa abilitata. Specializzanda in Psicoterapia Cognitivo comportamentale.
Cosa si intende con Autostima?
Quando parliamo di autostima, ci riferiamo all’opinione, alla valutazione e al valore, che la persona si attribuisce. Pu
ò essere vista come la misurazione dell’apprezzamento e dell’amore per sé.
L’autostima è la consapevolezza del proprio valore e la fiducia nelle proprie potenzialità e capacità nell’affrontare le sfide
quotidiane. Essa non è biologicamente precostituita, di conseguenza non veniamo al mondo con impresso nei nostri geni il livello di autostima che avremo durante il nostro arco di vita. L’autostima non è rigida e fissa, ma è un costrutto mutevole. Questo determina il fatto che le persone possano incrementare la propria stima di sé, rafforzando l’autostima e apprendendo strategie utili per riconoscere i propri limiti arrivando ad apprezzare i propri pregi, ma anche i propri difetti, un passo alla volta. La fiducia in noi può modificarsi anche sulla base degli eventi che ostacolano il corso della nostra esistenza.
Il giudizio su noi stessi può dipendere da ambiti specifici, come ad esempio l’intelligenza, la bellezza, l’efficacia lavorativa o il raggiungimento di
determinati traguardi sportivi, ma anche da aspetti più ampi, come ad esempio la percezione del proprio valore e della propria amabilità.
A chiunque può capitare di attraversare un periodo in cui si hanno livelli più bassi di autostima. Questo accade perché l’immagine che abbiamo di noi, nella nostra mente, non sempre corrisponde alla realtà. Ci si focalizza sui difetti tralasciando le enormi qualità che si possiedono. Ci si sente non all’altezza nel raggiungere i propri obiettivi, ci si immischia in relazioni conflittuali stracolme di critiche e grosse difficoltà.
Non bisogna però confondere l’autostima con il concetto di sé perché non sono esattamente la stessa cosa. Se la prima è la valutazione che facciamo di noi stessi, il secondo invece rappresenta tutte le caratteristiche con cui ci descriviamo.
Se si soffre di scarsa autostima cronica quello che si può fare è cercare un supporto esterno da parte di un professionista della salute mentale.
Come comprendere il proprio livello di Autostima?
Possiamo vedere l’autostima come un continuum ai cui estremi possiamo collocare il polo negativo, ovvero la bassa autostima di sé, e il polo positivo, ovvero l’alta autostima di sé. Nelle sfumature di mezzo si possono collocare tutte le persone che presentano una buona autostima senza eccedere in aspetti di grandiosità e incapacità nel cogliere i propri sbagli, ovvero coloro che strizzano l’occhio a tratti di personalità narcisistici. Anche se bisogna tenere a mente che atteggiamenti altezzosi e arroganti possano celare una bassa autostima mascherata dal tentativo di compensarla.
Coloro che possiedono una scarsa autostima hanno una visione negativa del proprio valore e la applicano incondizionatamente a sé stessi. Fanno un’enorme difficoltà a vedere i propri talenti o le proprie propensioni personali, arrivando nei casi più conclamati, alla mancanza di un progetto di vita. La scarsa fiducia, l’indecisione costante e la difficoltà ad ascoltarsi per raggiungere obiettivi realistici, fanno sì che davanti ad apprezzamenti provenienti da terze persone, il soggetto li consideri assolutamente esagerati o falsi. Gli altri sono visti sempre come più efficaci e idealizzati, tanto che la persona con bassa autostima può incappare nella continua e affannosa ricerca del consenso altrui per definire la valorizzazione di se stesso.
Coloro che si possono collocare in una dimensione di equilibrio, all’interno del continuum sopracitato, sono consapevoli dei propri pregi, ma anche dei propri difetti e si trovano a loro agio anche con questi ultimi.
La letteratura ha dimostrato che il miglioramento dell’autostima è una condizione sine qua non, per il benessere della persona. Migliorarsi in questo preciso aspetto può condurre il paziente ad un vero e proprio percorso di crescita.
Rimane un’ultima domanda alla quale rispondere: se non possiedo un buon livello di autostima, come posso fare per migliorarla? Facendosi aiutare.
Come aumentare l’Autostima con la terapia?
Esistono molteplici approcci che si occupano dei training per l’incremento della propria autostima. La Terapia Cognitivo Comportamentale è tra le più consigliate dagli esperti della salute mentale, per affrontare questa problematica. Essa agisce sulla modifica delle distorsioni cognitive, ovvero sui pensieri o i processi di pensieri che conducono alla messa in atto del circolo vizioso che alimenta la bassa autostima. Esempi di distorsioni cognitivi prototipiche possono essere la svalutazione delle proprie qualità, l’ipergeneralizzazione dei propri fallimenti che vengono estesi a tutti gli ambiti di vita facendo sì che la persona si percepisca come fallita e il doppio standard, ovvero la credenza secondo la quale amare se stessi diventa davvero difficile perché le proprie caratteristiche vengono vissute come negative su se stessi, ma non sugli altri.
Com’è dunque possibile uscire da questo circolo vizioso?
Le strategie che si possono applicare sono essenzialmente due:
- Lavorare e di conseguenza modificare l’idea di sé rendendola meno idealizzata e più realistica;
- Migliorare la propria percezione di sé individuando quelli che sono i propri punti di forza.
L’organizzazione Mondiale della Sanità suggerisce di insegnare alle persone quelle che vengono definite “Life Skills”, ovvero le competenze di base emotive, relazionali e cognitive di cui abbiamo bisogno per promuovere, anche nei più piccoli, la fiducia in sé e di conseguenza incrementare il benessere della persona.
Riuscirci da soli non è detto che sia semplice, soprattutto quando per tutta la vita ci siamo classificati e rivisti in determinate caratteristiche. Rivolgersi a un professionista che abbia questa formazione, e di conseguenza ci aiuti a mettere a fuoco quelle che sono le nostre personalissime distorsioni cognitive, può essere la scelta vincente.
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