Malingering
Psicologa abilitata. Specializzanda in Psicoterapia Cognitivo comportamentale.
Che cos’è il Malingering?
Il malingering è la simulazione fraudolenta o l’esagerazione di una patologia fisica o mentale. In letteratura sono molteplici le definizioni che si possono ritrovare, ma tutte contengono costantemente il riferimento a due caratteristiche fondamentali: l’invenzione o l’amplificazione dei sintomi e l’intenzionalità a scopo di lucro. Il fenomeno è ampiamente diffuso e si può riscontrare in molteplici contesti. Approfondirlo e standardizzare strumenti per la sua individuazione può aiutare le istituzioni a indirizzare i sussidi a coloro che ne hanno effettivamente bisogno. Nel contesto penale la simulazione di una psicopatologia viene messa in atto dai rei al fine di avanzare richieste e chiedere ridefinizioni della pena.
Da dove origina questo fenomeno?
Il malingering, che in italiano viene tradotto con il termine “patomimia”, è presente nella storia dell’uomo sin dagli albori. Si può riscontrare la sua presenza in molteplici scritti. Giustino, Marco Giuniano, uno storico latino del II secolo D.C, riportò le gesta di Solone e il suo stratagemma per
superare il disonore che la sconfitta nella conquista dell’isola di Salamina, sita nel Golfo Saronico, aveva portato agli ateniesi. Egli finse l’infermità mentale per esortare i suoi concittadini a riprendere le armi e affrontare Megara. Vi sono tracce di malingering anche nella letteratura e nelle sacre scritture. Nella cultura letteraria ci si imbatte nella simulazione della psicopatologia già in uno dei due poemi epici scritti da Omero, ove si ritrova Odisseo che per evitare la chiamata alle armi cerca di far credere ad Agamennone di essere pazzo seminando del comune sale da cucina al posto dei semi. Nelle sacre scritture, nello specifico nei Salmi 34:1-10, re Davide si finse folle davanti Abimelek per sfuggire alla morte.
La simulazione divenne oggetto di attenzione medica a cavallo tra il XVII e il XIX secolo. In questo lasso di tempo iniziarono a essere pubblicati diversi articoli scientifici su questo tema. Il fervente interesse per l’argomento va analizzato alla luce delle novità legislative, nell’ambito lavorativo, che affiorarono, in que
Nel Regno Unito, nei primi anni del IX secolo, la patomimia iniziò a dilagare tra i membri delle Forze Armate. A quell’epoca i soldati provavano a simulare una patologia fisica o mentale per eludere la chiamata alle armi.
gli anni, nell’Europa occidentale. Queste nuove norme imposero ai medici di affinare il loro istinto e di cercare di controllare la profusione del malingering.
L’applicazione del malingering nell’esercito ha avuto un notevole incremento durante la Guerra di Secessione americana, e in tempi più recenti, nel corso di entrambe le guerre mondiali. I soldati non cercavano solamente di evitare di scendere in battaglia, ma ambivano anche a ottenere una ricompensa monetaria, spesso connessa a un risarcimento per una presunta infermità.
Quali sono le sue ripercussioni sulla società?
La diffusione del malingering in diversi contesti e il costo sociale ed economico che ne deriva, pone l’accento sulla necessità di sviluppare degli strumenti standardizzati per il rilevamento del comportamento simulatorio. In letteratura si stima che tra 15% e il 17% dei rei sottoposti a una perizia simulino un quadro psicopatologico. In questo contesto, vista la forte motivazione esterna dei periziandi a sostenere la credibilità della patologia simulata, può risultare particolarmente arduo scorgere i malingerer.
A differenza delle patologie fisiche, facilmente perscrutabili con esami medici, il disagio psichico per essere correttamente individuato necessita dell’impiego di test psicometrici e del colloquio clinico. Vi è dunque l’urgenza di rivoluzionare l’assessment introducendo strumenti attendibili e facilmente
fruibili, che in supporto al colloquio, possano rendere la valutazione del malingering più efficace; soprattutto nei contesti forensi dove ci si trova in setting poco collaborativi.
Nei contesti assicurativi discriminare i simulatori da coloro che effettivamente presentano un disturbo post traumatico da stress, un quadro depressivo o problemi di natura neurologica, permette collocare i fondi verso i bisognosi.
Il mio contributo alla ricerca
Date queste premesse, negli ultimi anni ho provato ad analizzare l’accuratezza di due innovativi strumenti: lo IOP-29 e lo IOP-M. Quest’ultimi sono stati pensati e creati appositamente per l’individuazione della patomimia e risultano essere particolarmente semplici e veloci da utilizzare. La mia ricerca scientifica su questo argomento, mi ha permesso di partecipare a convegni e produrre articoli scientifici sul tema. Credo fortemente nel valore della ricerca scientifica e nella sua centralità nel raggiungimento di traguardi sempre nuovi. Amo pormi continuamente domande diverse e ricercare spunti di riflessione innovativi, soprattutto sul tema del malingering.
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